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Il settimanale economico internazionale:

"Tappa la bocca a chi critica"

Time: "La politica italiana sempre più reality show" e il Cavaliere ne è "il produttore"

Economist: "Il vero scandalo? Berlusconi che nega la crisi"

LONDRA - Il padrone di casa del G8, il summit dei grandi della terra che si tiene la settimana prossima all'Aquila, ha "tanti luridi scandali" domestici: ma il più grosso dovrebbe essere il suo rifiuto di riconoscere i problemi economici dell'Italia. Così scrive l'Economist

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Il settimanale economico internazionale: "Tappa la bocca a chi critica"

Time: "La politica italiana sempre più reality show" e il Cavaliere ne è "il produttore"

Economist: "Il vero scandalo?

Berlusconi che nega la crisi"

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

Economist: "Il vero scandalo? Berlusconi che nega la crisi"

LONDRA - Il padrone di casa del G8, il summit dei grandi della terra che si tiene la settimana prossima all'Aquila, ha "tanti luridi scandali" domestici: ma il più grosso dovrebbe essere il suo rifiuto di riconoscere i problemi economici dell'Italia. Così scrive l'Economist in un ampio servizio dedicato a Silvio Berlusconi nel numero oggi in edicola. Il settimanale concentra l'attenzione su un aspetto singolare del vertice: vedendo i danni causati dal terremoto all'Aquila, i leader del G8 potrebbero pensare che anche le loro economie sono state scosse fino alle fondamenta dalla recessione globale. Ma uno di essi non lo pensa: "Il primo ministro italiano insiste che la recessione, nel suo paese, non sarà severa né prolungata come altrove".

L'Economist osserva che, a prima vista, ciò può apparire veritiero. Il sistema bancario italiano, avendo vissuto isolato e protetto dal resto del mondo, non ha sofferto i disastri di banche americane o britanniche. E un'economia fatta di tante piccole industrie non porta la crisi in prima pagina come fa, negli Usa, il collasso di un gigante quale la General Motors. Ma l'autorevole periodico (un milione e mezzo di copie di tiratura, vendute in tutto il mondo, la maggior parte fuori dal Regno Unito, il che gli dà il titolo di primo vero giornale globale) nota i fattori negativi della nostra economia: la dipendenza dalla esportazioni, l'enorme debito pubblico, la mancanza di riforme per liberalizzare il mondo del lavoro e riformare il sistema pensionistico. L'Economist elenca le previsioni allarmistiche sul futuro dell'Italia fatte negli ultimi tempi da organismi internazionali e dalla stessa Banca d'Italia, sottolineando che Berlusconi ha reagito a questi dati arrabbiandosi, affermando che bisogna "chiudere la bocca a chi parla di crisi", e suggerendo alle aziende di non fare pubblicità sui giornali che spargono pessimismo.

Conclude il settimanale: "Avendo già incrinato la propria credibilità con la sua vita privata, rifiutando di mantenere l'impegno di spiegare in parlamento la sua relazione con un'aspirante modella 18enne, e ritorvandosi ora a dover rispondere a un mucchio di storie su call-girl intrattenute nella sua residenza di Roma, il premier non può permettere che le sue affermazioni sulla salute dell'economia siano contraddette da prove lampanti davanti agli occhi e alle orecchie degli elettori".

Di Berlusconi si occupa anche l'americano Time. Ospitando il G8 all'Aquila, il premier italiano sperava di attirare attenzioni positive su di sé e sul suo paese, scrive il settimanale, ma invece "sono le storie sulle feste del premier che catturano l'immaginazione". Time ricostruisce i vari scandali da Noemi a Patrizia D'Addario, riferendo dell'inchiesta dei pm pugliesi e notando che Berlusconi liquida tutte le polemiche come "spazzatura" e pettegolezzi. "E' possibile, se le indagini sulla prostituzione porteranno a conclusioni imbarazzanti, che Berlusconi debba dimettersi, aprendo la strada a un governo a interim guidato da qualcuno come il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi o il ministro dell'Economia Giulio Tremonti", afferma Time. Ma aggiunge anche che è presto per dare Berlusconi per spacciato: la politica italiana sembra sempre di più un reality show, "e Berlusconi non soltanto è il campione in carica dei reality show, ne è anche il produttore esecutivo".

(3 luglio 2009)

 

 

 

Lo scandalo Berlusconi,

una tragedia per l'Italia

"A causa dell'erosione della vita politica del Paese di cui Berlusconi si è reso

responsabile nemmeno la sua dipartita potrebbe offrire all'Italia una chiara via verso il rinnovamento"

di GEOFF ANDREWS

Lo scandalo Berlusconi, una tragedia per l'Italia

Silvio Berlusconi

pubblicato su www. opendemocracy.net il 29 giugno 2009

Silvio Berlusconi, lo statista-populista di maggior successo dell'era moderna, ha messo a punto ormai da molto tempo l'arte di passare oltre la testa dei politici di professione per mirare direttamente alla "pancia" - anziché al "cervello" - dell'italiano medio. Durante i suoi tre mandati da primo ministro (dal maggio 1994 al gennaio 1995, dal giugno 2001 al maggio 2006 e dal maggio 2008 a oggi) Berlusconi ha assistito all'alternarsi di sette leader del centrosinistra, finendo cosí per affermarsi come figura dominante del panorama politico italiano. In questo, la sua abilità nel controllare i mezzi di comunicazione e trarre vantaggio persino dalle critiche che gli vengono rivolte si è rivelata una risorsa di valore inestimabile.

Questo modello di dominazione potrebbe forse cambiare di qui a breve? Che la lunga egemonia di Berlusconi abbia ormai i giorni contati? L'ultima raffica di vicende e scandali - riguardanti i suoi rapporti con giovani donne, a cominciare da Noemi Letizia, l'amica diciottenne di Napoli che lo chiama "Papi" - sono certamente le più compromettenti tra quelle che Berlusconi ha dovuto affrontare, e il fatto stesso che egli non sia più in grado di controllare gli eventi è di certo molto significativo.

ORIGINAL ENGLISH VERSION

Si è intanto diffusa la sensazione che nell'ambito della vicenda il destino di Berlusconi abbia assunto un rilievo secondario, dal momento che gli eventi che hanno travolto il premier settantaduenne e a cui la stampa nazionale e internazionale dedicano ormai ampio spazio non possono più essere ridotti ad una semplice questione di condotta personale. La crisi di Berlusconi rispecchia semmai la singolare tragedia dell'Italia moderna.

Una bufera che investe i media e la politica. In passato, Silvio Berlusconi aveva già richiamato su di sé le critiche dei mezzi di comunicazione. Questa volta però dalle continue affermazioni di giovani donne che dichiarano di aver ricevuto da lui denaro in cambio di prestazioni sessuali rivela al cuore della politica italiana la presenza di una trama di raggiri e inganni.

È vero, malgrado le smentite del premier al riguardo, raramente nel corso della sua carriera sfera pubblica e privata sono rimaste separate. Gli ultimi eventi hanno però rivelato con grande eloquenza sino a che punto i valori di Silvio Berlusconi siano profondamente radicati nella vita pubblica italiana.

La sua sprezzante reazione di fronte alle affermazioni di diverse donne - che dichiarano di aver avuto con lui incontri sessuali in cambio di denaro, dell'opportunità di lavorare nel suo network televisivo o della candidatura nel suo partito - indica una tale mancanza di trasparenza all'interno del sistema politico italiano e rappresenta una minaccia alla libertà dei mezzi di comunicazione che in qualsiasi altra democrazia occidentale sarebbero considerate inaccettabili. Per diverse settimane Berlusconi ha ignorato queste dichiarazioni, rifiutandosi inoltre di rispondere alle domande che gli venivano rivolte (tra gli altri, da Open Democracy: vedi Silvio Berlusconi: ten more questions [5 giugno 2009] e Silvio Berlusconi: answers, please [9 giugno 2009]).

Era dunque prevedibile che il primo ministro decidesse di ignorare i tradizionali canali di trasparenza democratica per affidare alla rivista di gossip Chi, di cui è proprietario, le proprie smentite. Il suo comportamento lascia pensare che alla politica, in Italia, sia subentrata la personale esibizione di onnipotenza. In quali abissi potranno ancora sprofondare la decrepita cultura politica nazionale e il suo corpo politico degenere?

Dall'otto al dieci luglio l'Italia ospiterà il G8, e in quell'occasione la condotta del premier sarà al centro dell'attenzione. Nell'ambito della comunità internazionale, Berlusconi è più isolato che mai, e conta come unico stretto alleato il presidente russo Dmitry Medvedev. I segnali che indicano come l'indebolirsi della sua posizione nuoccia alla reputazione stessa dell'Italia sono numerosi, e vanno dalle imbarazzate reazioni degli altri leader di fronte alla sua condotta al tentativo compiuto da un gruppo di esponenti del mondo della cultura di convincere le "first ladies" del G8 a boicottare l'incontro de L'Aquila. Persino i suoi rapporti con la Chiesa cattolica sono tesi: dopo un fugace riavvicinamento avvenuto in occasione del suo tentativo di far approvare un decreto che salvasse la vita di Eluana Englaro, le ultime indiscrezioni emerse sul conto di Berlusconi hanno spinto alcuni autorevoli rappresentanti ecclesiastici ad ammonirlo (l'arcivescovo Angelo Bagnasco, di Genova, ha esplicitamente condannato "gli uomini ubriachi di un delirio di grandezza").

La crisi però non riguarda solo i suoi rapporti con giovani donne. Il 21 maggio scorso Berlusconi aveva definito il Parlamento italiano "inutile", aggiungendo che cento parlamentari sarebbero sufficienti a svolgere il lavoro necessario. Lo scorso febbraio, una sentenza del tribunale ha stabilito che Berlusconi ha corrotto l'avvocato britannico David Mills affinché questi affermasse il falso - Berlusconi intanto, è al riparo da eventuali accuse grazie alla legge sull'immunità parlamentare approvata dal suo governo. Il primo ministro non ha dato alcuna spiegazione al riguardo.

La reiterata mancanza di rispetto nei confronti della trasparenza dei procedimenti democratici da parte del leader eletto del Paese ha spinto La Repubblica - che ha svolto un esemplare lavoro di ricerca della verità nell'operato di Berlusconi - a sottoporgli altre dieci domande (vedi Le dieci domande mai poste al Cavaliere, [14 maggio 2009] e Le dieci nuove domande al Cavaliere [La Repubblica, 26 giugno 2009]).

Anche l'atteggiamento del governo nei confronti dei mezzi di comunicazione che non sono sotto il suo controllo appaiono però problematici. Berlusconi ha esortato le aziende a non comprare spazi pubblicitari sul settimanale L'Espresso, pubblicato dallo stesso gruppo editoriale di cui fa parte La Repubblica, mentre il ministro per la Cultura (nonché stretto alleato di Berlusconi) Sandro Bondi ha definito il quotidiano "una minaccia alla democrazia". Un modo decisamente insolito per definire il normale funzionamento di un giornale nell'ambito di una società libera.

Inoltre, il direttore della rete pubblica Rai - che rientra nell'impero mediatico di Berlusconi - ha deciso di non mandare in onda alcuni particolari riguardanti le accuse che vedono coinvolto il premier, con una decisione che in Gran Bretagna corrisponderebbe al rifiuto da parte delle Bbc di coprire lo scandalo sui rimborsi dei parlamentari.

Berlusconi e quel che verrà. L'Italia è un Paese molto diviso, e le condanne che la stampa internazionale ha lanciato al suo leader toccano solo una parte della popolazione - ma contribuiscono a diffondere un clima di vergogna e imbarazzo tra gli italiani che vivono dentro e fuori l'Italia, la cui identità è legata al personaggio di Silvio Berlusconi. La consapevolezza che le cose non possono continuare in questo modo è sempre più diffusa; e insieme all'intensificarsi delle critiche sollevate dalla stampa estera è aumentato il numero degli italiani che hanno deciso di dare sfogo alla propria rabbia e appellarsi agli alleati occidentali affinché proseguano con le loro indagini.

Tra l'altro, alcuni dei più stretti alleati di Silvio Berlusconi hanno indicato a Guy Dinmore, corrispondente da Roma del Financial Times, di volersi preparare ad un futuro senza di lui (vedi Berlusconi whispers grow louder, pubblicato dal Financial Times il 25 giugno scorso): sono chiaramente molto preoccupati al pensiero di dove possa condurli questa pista di comportamenti dubbi e forse illeciti. Secondo Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio nonché uno dei più scaltri alleati di Berlusconi, l'Italia potrebbe presto trovarsi di fronte ad un nuovo "24 luglio" - in riferimento al giorno (del 1943) in cui Mussolini fu allontanato da Vittorio Emanuele III e in seguito al quale fondò la Repubblica di Salò.

L'Italia si trova ancora una volta alle prese con un leader ossessionato dal potere, che dopo essersi posto al di sopra della legge e ritenendosi invincibile potrebbe decidere, in un estremo gesto di sfida, di far cadere altri insieme a sé.

Viviamo tempi inquietanti per tutti coloro che - a prescindere dal proprio orientamento politico - hanno a cuore l'Italia. Berlusconi non rassegnerà facilmente le dimissioni: se rinunciasse al potere - volontariamente, o sulla scia di pressioni - perderebbe l'immunità parlamentare e rischierebbe di dover rispondere di nuovi capi d'accusa. All'interno del suo partito intanto non è ancora emerso un possibile successore in grado di raccogliere ampi consensi.

L'opposizione continua ad essere molto debole, e non si scorge alcuna imminente possibilità di riforme - di cui il sistema costituzionale italiano ha grande bisogno - né il sorgere di alcun movimento popolare mirato al rinnovamento.

Gli unici a trarre vantaggio politico dai problemi di Berlusconi sono, ad oggi, gli xenofobi della Lega Nord, che alle elezioni per il Parlamento europeo del 6-7 giugno hanno ottenuto dei buoni risultati. La Lega si dimostra ancora una volta un alleato scomodo, come accadde nel dicembre del 1994, quando cadde il primo governo Berlusconi.

Ammesso che sopraggiunga, la fine del regno di Berlusconi potrebbe essere lunga e dolorosa, e annunciare per l'Italia un avvenire cupo. Una vera tragedia.

Geoff Andrews è docente di politca presso la Open University, è co-direttore della rivista Soundings e autore di Un Paese Anormale (effepilibri, 2007) e The slow food story: politics and pleasures (Pluto Press/McGill-Queen's, 2008).

(Traduzione di Marzia Porta)

(3 luglio 2009)

 

 

 

 

Indagato il dg del Policlinico per aver informato l'ex assessore regionale Tedesco

L'accusa si basa su un'intercettazione di una telefonata del settembre 2008

Bari, una talpa avvertiva i politici

Intini dal pm sui contatti con Bertolaso

L'imprenditore: ho conosciuto il capo della Protezione civile tramite Tarantini

Dattoli all'allora assessore: "Ti sei messo nei guai?"

di GIULIANO FOSCHINI e GABRIELLA DE MATTEIS

Bari, una talpa avvertiva i politici Intini dal pm sui contatti con Bertolaso

Gianpaolo Tarantini

BARI - C'era una "talpa" nell'inchiesta che ha coinvolto l'ex assessore della Regione Puglia Alberto Tedesco. E' l'ipotesi sulla quale sta lavorando il pm di Bari Desirèe Digeronimo, titolare di una delle quattro indagini sulla sanità pugliese. L'altro fascicolo, quello del sostituto procuratore Giuseppe Scelsi dal quale è stato stralciato il filone sul presunto giro di escort, ieri è stato invece caratterizzato dall'interrogatorio dell'imprenditore Enrico Intini, indagato per turbativa d'asta: a lui il pm ha chiesto, tra l'altro, notizie sui rapporti tra l'imprenditore Gianpaolo Tarantini e la Protezione Civile ed in particolare Guido Bertolaso.

Le inchieste di Bari procedono quindi in direzioni diverse. Il 18 giugno il direttore generale del Policlinico Vitangelo Dattoli è stato convocato a Palazzo di Giustizia come persona informata sui fatti. Ma durante l'audizione la sua posizione è cambiata. Al manager il pm ha contestato il reato di false dichiarazioni. Secondo la procura, avrebbe rivelato a Tedesco l'esistenza di un fascicolo che lo coinvolgeva.

L'accusa si basa su una intercettazione. In una telefonata del settembre del 2008 (Tedesco ha appreso di essere indagato a febbraio), Dattoli ha rivolto una domanda all'allora assessore che suona più o meno così: "Ti sei messo nei guai ?", aggiungendo poi che avrebbe parlato della questione con una persona di sua conoscenza. Il direttore generale si è difeso, sostenendo che la conversazione si riferiva alle difficoltà politiche di Tedesco. Dichiarazioni non ritenute attendibili. La procura è al lavoro per cercare riscontri all'ipotesi dell'esistenza di una talpa.

Sul fronte dell'altra inchiesta (un filone è il fascicolo nato dalle dichiarazioni di Patrizia D'Addario, la escort che ha raccontato di aver trascorso una notte con Silvio Berlusconi) il pm Scelsi ha ascoltato l'imprenditore Enrico Intini, vicino ad ambienti del Pd, accusato di turbativa d'asta insieme all'ex manager della Asl Lea Cosentino, a Gianpaolo Tarantini e Cosimo Catalano, titolare di una azienda di servizi. Al centro dell'inchiesta il presunto tentativo di truccare un appalto per le pulizie all'azienda sanitaria. "Abbiamo chiarito la nostra posizione" dice l'avvocato Federico Massa. Nell'interrogatorio c'è stato spazio anche per chiarire il rapporto tra Tarantini e Bertolaso. Intini ha raccontato di aver conosciuto il capo della Protezione civile tramite l'imprenditore barese.

(3 luglio 2009)

 

 

 

 

 

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